Vaccini - la soluzione finale

I vaccini sono una soluzione propagandata come miracolosa, propinata da medici ciarlatani e/o ignoranti, attorno ai quali ruota un giro d'affari colossale, e i cui danni e guadagni sono di proporzioni incalcolabili, guadagni proporzionali comunque ai danni che fanno. Questa sarebbe una discreta e semplice definizione più realistica di ciò che sono veramente i vaccini.
Nel mio piccolissimo, porto la mia goccia di testimonanzia su cosa può essere una vaccinazione, come quella scolastica che all'età di 7 anni mi mandò in coma, e a causa della quale passai più di un mese ricoverato in ospedale dove mi diagnosticarono una forma di meningite, i cui postumi resterenno per sempre...

Ma, comunque, vorrei dire qualcosa sulle vaccinazioni antinfluenzali che da un bel po' d'anni a questa parte vengono fatte a tappeto sulla popolazione, in special modo su quella più anziana. L'esperienza l'ho avuta con mia madre. La vaccinazione antinfluenzale le veniva consigliata (oltre che inculcata dal bombardamento a tappeto fatto dalla tivvù) anche, e soprattutto, dal medico di famiglia, onde evitare (come si suole informare) le complicanze, come febbre e/o altre reazioni indesiderate, che andavano assolutamente evitate, considerata la sua età. Per inciso, credo che la cosiddetta "immunità di gregge" nasca in buona parte, o comunque si fortifichi, proprio attraverso l'empatia dei medici e il loro carisma sacerdotale come categoria. Sei medico, dunque sai e noi seguiamo devoti alla lettera i consigli che ci dai. È il dogma, il tabù propagandato anche dalla tibbù, non ulteriormente indagabile, pena la pena e l'isolamento (sic). Comunque, fatto sta che mia madre stette male (nonostante non avesse una febbre molto alta) più male degli altri anni quando l'influenza la prendeva diciamo in modo integrale. Disperata, cercava di espettorare chissà cosa ma non le veniva fuori niente. La vedevo che rischiava di soffocare, capivo che la vaccinazione antinfluenzale le aveva prodotto un blocco, uno stato di assoluta o scarsissima inattività dei processi fisiologici atti a favorire l'eliminazione attraverso il muco e Dio sa cos'altro. Un po' come succede per gli antibiotici. Il suo malessere mi preoccupava non poco. La febbre misurata era poco al di sopra dei 37 gradi. Tutto ciò mostrava chiaramente, a me profano (ma non deficiente), che il processo attivo influenzale veniva ad essere bloccato quasi completamente dall'antinfluenzale. Il medico naturalmente, banalmente, si giustificò con il fatto che "l'importante è che non abbia avuta la febbre alta", con chissà quali conseguenze... I medici sono proprio fuori dalla realtà, non vedono quel che vedono, formattatti e indottrinati come sono!... Come dire: l'operazione è perfettamente riuscita, ma il paziente è morto. Per lui l'effetto vaccinale aveva avuto successo, dato che il vaccino aveva funzionato secondo le aspettative descritte nei bugiardini e l'informato-sfornato dai mass-media, ed era perciò tutto nella norma. Ma se la malattia è un processo attivo, mi chiedo, perché bloccarlo? Non sarebbe piu sano e igienico, una volta contratta la malattia (la cui finalità è la guarigione), favorirne il suo decorso naturale, che vaccinarsi contro di essa?... Ho constatato perciò di persona che mia madre si era ammalata lo stesso, nonostante il vaccino, ma in modo più grave, checché ne dica il parere e la sconfortante rassicurazione medica. Ma sai, si tratta di virus parainfluenzali... che a quanto pare, sono più insidiosi di quelli influenzali.
Ciò ha corroborato, per l'ennesima volta, ciò che già sapevo, ovvero che è il corpo a provocare la malattia e non il virus, il quale vi partecipa come ospite gradito o non gradito, invitato o non invitato. Se il corpo, nella sua evoluzione durata milioni di anni, ha "prescelto" dei tipi particolari di virus adatti per il processo attivo influenzale, avrà una sua ragione d'essere, una sua utilità; perché "sostituirli" con quelli parainfluenzali, non idonei e molto più pericolosi, dovuti alle vaccinazioni?... A chi giova?... Che domanda! Credete che la Big Pharma sia un'opera pia assistenziale, allorché viene comunicato che "le vaccinazioni sono gratis"? Si pagano eccome, salate, (due + uno) tre volte: con i soldi dei contribuenti e con la perdita di salute, e procurando di conseguenza altre possibilità di cura per l'industria e altri introiti, in un circolo vizioso che sembra senza fine e inarrestabile. La salute pubblica in realtà è diventata ormai un bene privato; ma non del cittadino (cornuto e bastonato!), s'intende, che credulone disinformato se ne priva di sua sponte e ne è privato. 
Mi sono imposto, da parecchi anni ormai, di non prendere più l'influenza, e non l'ho più presa, dato che so cos'è che la causa: lo stile di vita errato. Un corpo tartassato da abitudini alimentari malsane e uno stile di vita errato prima o poi ha la necessità e l'urgenza di provocare la malattia, pena la sopravvivenza. E che fanno i medici, ciarlatani di prim'ordine, tentano in tutti i modi di bloccarla. Altro che virus! I veri virus da bloccare sono quelli della disinformazione.
E vedo tutti questi signori di turno
ben pettinati in camice bianco o incravattati, con aplomb impeccabile, in televisione che blabblano sulla necessità a tutti i costi di fare le vaccinazioni (in quanto basate su metodo scientifico), minacciando castighi divini a chi non ne è favorevole.
Tralasciando (ammesso che si possa tralasciare) l'ovvietà dell'interesse economico in ballo, non capisco il motivo di tutto questo accanimento contro virus e batteri, dato che il nostro corpo ne è stracolmo, pieno zeppo, tanto che si potrebbe dire che siamo costituiti più da microbi che di cellule, in un rapporto che va da 10 a 1. Per questo mi rendo conto che ogni vaccinazione praticata non può che arrecare una iperimmunizzazione, con tutte le gravi conseguenze del caso. In medicina ciò che la fa da padrone è soprattutto, oltre all'interesse economico naturalmente, l'ignoranza; parlo di ignoranza di base, strutturale, ovvero, di quel che il medico conosce, in quanto, dovrebbe sapere che ciò che lui sa è un'infinitesima parte di quello che non sa. Leggo su l'Enciclopedia Britannica (un po' datata, ma va bene lo stesso) per es. che conosciamo bene o male la funzione solo del 2% delle proteine che costituiscono il corpo umano (circa 200.000). Quindi, un medico ordinario, ma anche straordinario (se onesto), dovrebbe conoscere i suoi limiti e il suo mare d'ignoranza e ridimensionarsi nelle sue pretese, facendosi un esamino di coscienza preventivo, specialmente (ma non solo) quando decide di attaccare altre pratiche della medicina alternativa (come va di moda adesso), accanendosi contro l'omeopatia, vittima di turno
sacrificale, che non potrebbe mai arrivare a fare tanti danni quanti ne fa la medicina allopatica.
Ora che abbiamo identificato nei virus e nei batteri gli spiriti maligni di un tempo, chiediamoci allora da che pulpito viene la predica e a che pro questo revival di clima da caccia alle streghe promosso dalla Santa Inquisizione di Madama Medicina?...
La cura la deve scegliere il cittadino e non deve essere imposta dalla medicina ufficiale quasi fosse una dittatura (ma di fatto lo è diventata), facendo ritorsioni e con la minaccia incombente di compilare liste di proscrizione per i non vaccinati, incentivare con gadget e punti premio i vaccinati, come è accaduto in questi tristi giorni fra politicanti ignoranti e mediconzoli pre-pagati dell'ultima ora.
In realtà Madama Medicina ignora da sempre, più o meno volutamente, la vera causa della malattia; a lei interessano solo gli effetti prodotti da questa e il modo per curarli (mascherarli). Insomma, il paradosso inerente a questo gioco di prestigio è che se i sintomi non ci sono più, la malattia vuol dire che è sparita con essi. Dunque, la cura risulta efficace, salvo poi che la malattia si ripresenta, in modo più grave o in altre forme. Ma questo non è un problema, dato che per ogni tipo disturbo vi è una cura. Più malattie, più cure... più essi (indovinali grillo!) guadagnano.

Possibili sviluppi
riguardo ai vaccini in un "medioevo prossimo venturo" potranno dare luogo a un clima di sospetto e di terrore. L'informazione di un possibile contagio informato che una data malattia può arrecare predispone la popolazione alla paura e il sistema sanitario (succube dell'industria medico-farmaceutica) allertato è pronto a pianificare una profilassi vaccinale, più o meno urgente (meglio se urgente, almeno non lascia tempo di pensare), tirando magari in ballo anche la sicurezza nazionale, se non addiritura mondiale. Tutto fa brodo.
La differenza sostanziale e preoccupante tra un vaccino e un qualsiasi altro tipo di farmaco è che il vaccino può essere somministrato con l'alibi (quasi mai verificabile) di prevenire una possibile epidemia (reale o immaginaria che sia, non importa) e diventa così coattivo a rigor di legge. Lapalissianamente: si può rifiutare il trattamento farmacologico, esercitando la propria libertà di scelta, ma non ci si può sottrarre alla somministrazione vaccinale, se questa viene e deve essere fatta per evitare una possibile epidemia (vera o presunta).



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