Profilassi per le vaccinazioni

Prima di tutto vaccinarsi contro l'informazione di Stato

Dilemma. Sono io che sono contrario ai vaccini o i vaccini sono contrari a me?... La seconda che ho detto. Sono la testimonianza (una delle tantissime purtroppo!) vivente della tanto reclamata bontà (loro) dei vaccini: a 7 anni contrassi una forma di meningite dopo vaccinazione scolastica. Finii in coma. Per sovrapprezzo iniziai da allora in poi, fino alla maggiore età, a subire, a mia insaputa, il trattamento con psicofarmaci, somministrati con amorevole dedizione da mia madre buonanima. Ah, sospiriamo, di cosa non è capace l'amore materno! Sopra il cotto l'acqua bollita. I postumi di quell'evento, che potrebbe sembrare ora così lontano, data l'età ormai non più in fiore, li avrei poi pagati per tutto il resto della mia vita. Quante vittime farà ancora questa disinformazione massiva pianificata che da voce a gente ignorante, prezzolata, incompetente, interessata?...
Non bisogna far passare notizie false, mi diceva una volta un mio amico (medico). Ma una fakenews colossale non è forse quella dell'informazione mass-mediatica martellata quotidianamente, con parzialità e spirito di parte, in base alla quale l'evidenza del metodo scientifico ha stabilito che i vaccini sono salutari ed efficaci? Metodo? Efficacia? Il metodo è efficace semmai solo nell'allargare il campo del business per le industrie farmaceutiche. Il mondo scientifico è diviso sull'utilità o meno dei vaccini, o sull'efficacia di questo o quell'altro vaccino. Si tratta di studiosi, specialisti in materia, non cialtroni e ignoranti dell'ultima ora, come vuole far credere la tivvù di Stato, stendendovi sopra un velo omertoso di silenzio. Parliamo di medici, ricercatori, scienziati, non di parvenu, tutt'altro che impreparati o disinformati, che hanno una vasta cultura ed esperienza in materia. Perché non c'è per es. una trasmissione del tipo Agorà per il confronto dei diversi pareri e risultati a cui si è pervenuti? Perché alle fazioni politiche viene (fin troppo!) data - siamo in democrazia chiaramente! - la possibilità di confrontarsi (in diretta o in differita), mentre a scienziati e ricercatori no? Perché si dà voce a una sola campana e non a tutte? Sì, vabbè, ma il metodo scientifico ha rilevato l'evidenza che... Ma quale metodo? Quella della Big Pharma, della Novartis?... Forse quello di fare soldi corrompendo e spacciando legalmente farmaci e vaccini mettendo il bavaglio a chi, seppur competente, dissente? Ditemi, dove sta l'evidenza scientifica? Di evidente c'è che il mondo scientifico sulla questione vaccini non è costituito da una sola voce e ha al suo interno, cosa di non poco conto (aberrante direi), molte persone corrotte, pronte a proclamare l'unica verità ammissibile su riviste prestigiose anche'esse già ben oleate. Stefano Montanari (fra i tanti) docet. La ministra Lorenzin (magari in buona fede, "una fede che non costa nulla") dichiara che i vaccini sono basati sull'evidenza fornita dal metodo scientifico (non c'è migliore propaganda, una vera manna celeste per le industrie farmaceutiche che si sfregano così le mani). Basta la parola: scientifico. E tutto il resto svanisce. Vade retro satana, non tentare il signore Dio tuo Denaro. Bisogna solo trovare il modo di azzittire chi si ostina a dire che "il re è nudo". Ma questo non è un problema. L'informazione su quel che si vuol far passare per "scientifico" non l'ha in mano la politica, schiava anch'essa di un potere più grande: le multinazionali delle industrie medico-farmaceutiche. 


P.S. Resto testimone, uno dei tanti, comunque, della routine dell'infame prassi di occultare i danni provocati dalle vaccinazioni. Niente di nuovo sotto il sole.  Il mio ritorno a scuola a sette anni fu un po' un trauma per la coercizione impostami da parte dei miei genitori, istigati - è evidente - dai consigli medici, di non dire per nessun motivo a chicchessia la causa per la quale ero stato ricoverato, Rimanevo chiuso nel silenzio di questa atmosfera omertosa che non riuscivo a concepire. Perché?...Il mio primo vero significativo perché. Dovevo apparire agli occhi degli altri, in particolare ai miei coetanei, di una tristezza infinità (leopardiana) se una ragazzina di allora mi domanda schiettamente: "ma tu perché piangi sempre?" Ma io non piango mica, replicavo fra me e me. Quello che avevo era il mio volto abituale.  Certo, se non ero propriamente autistico credo che poco c'è mancato. E comunque un danno del sistema nervoso a quell'età, soprattutto se non compreso nei suoi strascichi fisici e psicologici, porta inevitabilmente a una chiusura verso il mondo. Se uno sta male, un male che non si comprende, tenta a chiudersi in sé. Non ci piove.

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